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Progetto<1 settima edizione/Alessandra Spranzi
3 - 7 agosto 2016
Prendere in prestito, riutilizzare, dare nuova vita alle immagini abbandonate:
è questo il lavoro di Alessandra Spranzi (Milano, 1962) che, attraverso
il processo di appropriazione, ci fa riflettere sul loro potenziale, anche quando è consumato o addormentato.
Tutto allora sembra un po’ diverso, vicino ma anche lontano, rassicurante
Tutto allora sembra un po’ diverso, vicino ma anche lontano, rassicurante
e inquietante, riconoscibile e insieme irriconoscibile.
“A volte mi fermo su alcune immagini, che mi trattengono e non mi lasciano. Spesso sono immagini semplici, enciclopediche, trasparenti, create per spiegare o descrivere quello di cui si parla.
Ma c’è qualcosa che resiste, una specie di opacità, che non si lascia esaurire
o attraversare dalla comprensione.
Le rifotografo, le stampo in camera oscura, le riguardo.
Cerco un modo per vederle, come da un’altra parte.”
Le rifotografo, le stampo in camera oscura, le riguardo.
Cerco un modo per vederle, come da un’altra parte.”